Come nasce PostaTiAmo?

PostaTiAmo nasce durante una cena.

Il nome è stato un gesto spontaneo, senza pensare, è bastato ascoltare il mio cuore. Desidero raccontare storie, aneddoti ed episodi del nostro paese e dedicare questo blog a tutte le persone che mi hanno accompagnato in questi 40 anni di vita nella nostra amata Posta...a loro insaputa sono dei personaggi in un'avventura meravigliosa.

GianMarco Danna

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martedì 28 febbraio 2017

Io e Te

Una cantina, una bugia innocente, l’idea strampalata di una settimana bianca nelle viscere del proprio palazzo e l’arrivo di una sconosciuta...questo è quello che vi aspetta leggendo il libro “io e te” di Niccolò Ammaniti, disponibile nella nostra biblioteca.
La storia è ambientata a Roma nell'anno 2000, il nostro protagonista è Lorenzo un ragazzo introverso con difficoltà a socializzare con le persone.
Spesso viene deriso dai suoi compagni di scuola, nonostante lui provi ad essere come loro per non sentirsi diverso. 



Un giorno, sentendo una studentessa invitare alcuni ragazzi ad una settimana bianca nella sua casa in montagna, pensando di dare una soddisfazione a sua madre, decide di mentirle dicendogli che era stato invitato anche lui.
Felice che suo figlio faccia finalmente parte di un gruppo, la donna non sospetta che in realtà questo è tutto un piano del piccolo Lorenzo per passare una settimana nella sua amata solitudine…fino all'arrivo di un personaggio inaspettato.
Secondo me questo libro riesce a farti provare emozioni forti e soprattutto compassione per i personaggi.
Ti aiuta a comprendere i loro demoni e anche quanto sia difficile sconfiggerli.
Ma soprattutto come, nonostante tutte le difficoltà, con l’aiuto di una persona speciale questo difficile percorso diventi una delle cose più semplici che ci sia in questo mondo. 
È un libro veloce da leggere, ma allo stesso tempo mette a dura prova il lettore lasciandogli nel finale un vuoto da riempire e un grande punto interrogativo.

Francesco Ciancaglioni

lunedì 20 febbraio 2017

Un anno senza te...nulla sarà più come prima.


E' da molto tempo che rifletto sulla possibilità di riuscire a scrivere sul blog. 
Lo avrei dovuto fare già da tempo, ma purtroppo non ci sono mai riuscita. 
Poi è da giorni che aspettando il 20 febbraio, contando i giorni che mi separano sempre più da te, pensando e ripensando al nostro ultimo incontro, dove volontariamente non hai voluto guardarmi negli occhi, mi sono detta: “bè almeno per quel giorno ci devo riuscire”.
Ma, poi, è proprio quel “ci devo” che non mi permette di farlo.
Mi rendo conto che le scorte di energia che ho, sono completamente esaurite, e che anche quello che mi veniva naturale, scrivere, diventa un problema.
Pensando a te, a come hai voluto lasciare la tua vita e la vita di tutte le persone che ti hanno amato con amore SINCERO e UNICO, mi viene in mente il film del nostro regista preferito Ferzan Ozpetek, Le fate ignoranti: “che stupidi che siamo, quanti inviti respinti, quante parole non dette, quanti sguardi non ricambiati, tante volte la vita ci passa accanto e noi non ce ne accorgiamo nemmeno”, che hai condiviso più volte anche tu, e ripenso sempre a quella gita sul monte Vettore ad agosto che non sono riuscita a fare con te.
Mai come in questo anno questa frase sembra più giusta.
Ma pensando e ripensando a cosa poter scrivere ho deciso di tenere privato il dolore forte che la tua assenza ha procurato in me ed in tutti noi.
E allora provo a pensare a tutte quelle cose che sono cambiate da quando non ci sei più:
gli occhi di mamma,
gli occhi di papà,
il 20 febbraio,
il 9 ottobre,
il 28 gennaio,
Natale, 
la festa di Sant'Antonio,
la Salaria per andare a Posta,
entrare a casa di Posta, 
salutare al mio arrivo Alba, Peppe, Mariella e Lello, 
la Biblioteca di “PostatiAmo”,
le riunioni con le ragazze dell'Associazione,
leggere i tuoi libri preferiti,
andare a Sabaudia,
i tramonti sulle dune,
le domeniche a pranzo quando ci riuniamo tutti insieme,
lo sguardo di Fabio quando parliamo di te,
camminare a Villa Pamphili,
andare in bicicletta,
attraversare Via di Monserrato,
mangiare il tuo piatto preferito,
ascoltare George Michael,
ascoltare Alex Britti,
guardare i film di Ferzan Ozpetek,
vedere, anzi non riuscire più a vedere la Roma quando gioca,
guardare Totti quando è ospite in televisione,
vedere passare i runner quando corrono,
camminare in montagna,
andare in vacanza,
non poterti raccontare di quando discuto con Giorgio,
parlare al telefono con Cristiano,
guardare negli occhi dei nostri bambini, soprattutto quelli di Lucilla, con la speranza di trovare una spiegazione alla tua mancanza e ad un'inutile gesto...che mai troverò!

Giulia


mercoledì 15 febbraio 2017

Il nostro sogno...

Da qualche mese a questa parte abbiamo iniziato a fornire il nostro contributo a questa associazione, con l'anelito di poter dare una mano a queste ragazze che, con abnegazione e tenacia, ormai da un anno portano avanti un ambizioso progetto di rinascita culturale del paese. 

Per le iniziative concrete si chiede pazienza, ma soprattutto che ci sia, specialmente quei pochi giorni d'estate in cui il paese si riempie, un pieno coinvolgimento da parte vostra. 
Per ora però potete offrirci ugualmente il vostro contributo, semplicemente dando un'occhiata, anche saltuariamente, al nostro blog. 
Al suo interno troverete -ed il nostro augurio è che ciò accada con regolarità-materiale relativo a libri, film ma anche riguardante iniziative ed avvenimenti in programma qui in paese, ogniqualvolta ce ne saranno. 

C'era un sogno una volta, talmente forte da convincerci della sua importanza, coltivato nella mente di un uomo profondamente innamorato di questo posto: l'idea di creare un punto di riferimento per tutti gli amanti della cultura e del nostro paese in generale. 

Lo vogliamo realizzare questo sogno? 



Antonello Visciano

mercoledì 8 febbraio 2017

Il cuore pulsante di Posta


Una festa speciale lo è sempre stata, forse la festa più bella del nostro paesino, ma quest’anno ha un sapore diverso, sa di ripresa con un profumo di vittoria.
Vittoria perché nonostante tutto le persone continuano a credere in quello che è ancora il nostro angolo di paradiso.
Anche quest’anno i confratelli di Sant’Antonio hanno saputo realizzare con grande professionalità e soprattutto con grande cuore un bellissimo evento, che come sempre ci ha riuniti nella nostra piazza, nelle nostre case e soprattutto intorno ad un grande fuoco, perché alla fine è questo che ci piace così tanto della nostra piccola comunità: stare tutti insieme, in maniera spensierata e saper reagire anche di fronte a cose più grandi di noi.
Forse i colori così vivaci del nostro paesello ora potrebbero sembrare un po’ più opachi, ma siamo noi che abbiamo il pennello in mano: sono i ragazzi che organizzano le feste, sono i bambini che ci macchiano con le tempere ed i pennarelli, che rendono uniche queste giornate, con le loro grida e la loro spontaneità, sono i ragazzi di Amatrice, che ci sono venuti a trovare mostrando, come sempre, la loro grande forza di volontà.
Un’altra volta, come ogni anno  la festa di Sant’Antonio ci ha riportati a Casa e, con grande affetto, abbiamo saputo ospitare molta gente che ci è venuta a trovare e che, spero torni a trovarci anche il prossimo anno, per scaldarsi intorno a quel fuoco che è stato, la sera del  4 febbraio, il cuore pulsante di Posta.
Daniela Natalucci

" Il fuoco è un simbolo naturale di vita e passione, sebbene sia l’unico elemento nel quale nulla possa davvero vivere. "

- Susanne K. Langer -

mercoledì 1 febbraio 2017

Barbarella


Ogni paese ha i suoi personaggi, ogni personaggio la sua storia...che si incrocia con altre storie di altri personaggi.
Due anni fa Stefania ed io, durante una delle nostre nottate a chiacchierare, decidiamo di partire alla volta di Pavana, piccolo paesino che si trova al confine tra la Toscana e l’Emilia.
Non è ovviamente una meta turistica, non si distingue per i paesaggi montuosi e neanche per siti archeologici. 
Questo piccolo paese percorso dalla strada statale la Porrettana è il rifugio del nostro amato Francesco Guccini.
Un’avventura incredibile assaporando i luoghi che hanno ispirato il grande Guccio.
L’anno successivo partiamo di nuovo, ma questa volta direzione Bologna. 
La grassa e l’umana, la Parigi in minore che con i suoi fianchi un pò molli seduce e cattura i suoi visitatori.
Soggiorniamo in un piccolo appartamentino proprio nella Cirenaica, quartiere della leggendaria Via Paolo Fabbri casa bolognese di Guccini, un alloggio per studenti non proprio pulitissimo, anzi mi viene quasi il pensiero di mettermi a pulire. Stefania, fortunatamente, mi ferma e iniziamo ad esplorare la città delle osterie.
Rimaniamo rapite da ogni dettaglio, i portici, l’odore delle pizzicherie, il calore della gente, San Petronio e la sua piazza che ci fa sentire parte di quel micro mondo. 
Alla fine della giornata, stanche ed affamate torniamo alla Cirenaica con un’unica meta: Vito!
Da Vito è una delle osterie del quartiere e la sua fama si deve, oltre che ai meravigliosi tortellini alla panna e alla lasagna eccezionale, ai suoi ospiti del passato e alcuni anche del presente.
All’entrata foto di Lucio Dalla, Vecchioni, Ron e ovviamente Francesco Guccini, ci sediamo e con il menù ci arriva una bottiglia di vino da un litro, tradizione della casa mangiare con un bel bicchiere di rosso. Iniziamo a mangiare e, inutile dirlo, eravamo in  paradiso.
Affianco a noi o meglio allo stesso tavolo, il locale era pieno fino a quasi scoppiare, si siede una signora assai bizzarra. 
Una vecchietta tutta piena di paillettes, piume il tutto con varie sfumature di giallo. Una figura minuta, ma con uno sguardo pieno di energia. Si mette a chiacchierare con altre persone accanto a noi e racconta di come Bologna non sia più quella di una volta. proseguiamo la serata e il giorno seguente ci rechiamo a Via Paolo Fabbri 43.
Ci mettiamo sugli scalini ed ecco apparire di nuovo quella simpatica vecchietta. 
Si chiama Barbarella e si mette a chiacchierare con il barbiere del civico accanto, altro personaggio particolare ma molto piacevole. Si volta verso di noi, che ascoltavamo quell’accento seducente come due bambine che ascoltano una fiaba, e inizia parlare della sua città come di una persona che si ama ma che il tempo ha cambiato.
Partiamo dalla stazione centrale e ci portiamo dietro con noi un bagaglio di emozioni, compresa la simpatica Barbarella, questa donna che sembra uscita dal cabaret, con i suoi completi variopinti e un sorriso sempre acceso sul volto.
La scorsa settimana, scorrendo le notizie su Facebook, ho appreso della morte di Barbarella e leggendo gli articoli su di lei ho scoperto la sua storia. 
Si chiamava Maria Luisa Berti e doveva il nome Barbarella alla boutique che aveva presso via Marconi a Bologna,  tra gli anni ‘70 e ‘80 era diventata famosa per le sue creazioni uniche ed eclettiche. 
La si poteva incontrare Da Vito o al Bar Jolly alla Cirenaica, si intratteneva in gradevoli conversazioni con chiunque non avesse fretta e avesse voglia di ascoltare l’eco delle sue storie.
Un personaggio che ha lasciato il segno in molti bolognesi e anche in noi due.
Un personaggio che di simili se ne vedono pochi ma che spero ognuno di voi un giorno incontrerà.
Ciao nonnina de colori!!       
Federica Di Giampaolo