- Come avrete sicuramente notato, almeno quei pochi lettori del blog, già in passato mi sono divertito a scrivere di cose che non riguardavano esclusivamente Posta, è come un viaggio dove si può cambiare continuamente destinazione, improvvisando di volta in volta la possibile tappa.
- Magari lo inizi in compagnia poi, sei solo, e quindi più libero di scegliere il percorso.
- A proposito di solitudine, non posso non pensare alla maratona, passione che condivido con la sola compagnia dei miei fedeli ed inseparabili fantasmi.
- Arriva un momento, nella vita di un maratoneta anche scarso e amatoriale come il sottoscritto, in cui si comincia a pensare che sia il caso di rallentare, nel senso di alleggerire il carico.
- Ginocchia, schiena, caviglie cominciano a presentare il conto e l’unico modo per tacitarle è promettersi, quantomeno, di chiudere con le lunghe distanze.
- Ma anche in quel momento il maratoneta ragiona come tale, e quindi il pensiero va a quello che ancora resta da fare, alle corse per le quali varrebbe la pena di fare un ultimo sforzo.
- Prima di finire vorrei fare Venezia e rifare Roma, sono passati troppi anni dall'ultima volta che l'ho fatta che non me la ricordo nemmeno più tanto bene (brutta la vecchiaia eh?)
- Vorrei andare anche a Berlino, tornare a New York ma soprattutto il mio sogno è Boston, la maratona più antica del mondo.
- E’ un po’ che ho in testa questo pensiero e a maggior ragione ce l’ho dopo quello che è successo lo scorso anno.
- Tra le cose che avevo letto sul quel maledetto attentato c'è n'è una in particolare che mi ha profondamente scosso, e' la storia di un bambino che è rimasto colpito dalla deflagrazione mentre stava aspettando il papà all'arrivo, sarebbe bastato che il padre fosse arrivato 5 minuti prima per salvarsi.
- Le storie delle persone, purtroppo, sono fatte anche di queste cose, basta un attimo prima o dopo e tutto cambia.
- Vi lascio con un video particolarmente bello, su quel ponte, quella mattina, ci sono passato anch'io.
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