Nelle belle serate d’estate il vento portava nelle
celle di Alcatraz, situata su un isola così troppo vicina alla costa, il
tintinnio di posate e bicchieri della gente che affollava i ristoranti sul
porto di San Francisco.
Una tortura sottile ma infinitamente più efficace della reclusione fisica.
Questa e' la sensazione che provo quando Roma
e' queste bellissime giornate primaverili poi, osservo la finestra, rivolgo lo
sguardo verso il cielo e improvvisamente mi ritrovo li tra le mie amate
montagne.
Inizio a sognare…esco di casa, mi allaccio le mie
fedeli scarpette e inizio a correre respirando quell’aria frizzante che ti rigenera
il corpo e la mente…supero il ponte, saluto la mia amica Chiara, oltrepasso l’incrocio
che porta a Favischio e punto decisamente verso Bacugno, questo di solito è il
percorso che preferisco,
Oggi sarei dovuto partire ma impegni di lavoro
me lo impediscono, rimando ancora, anzi con l’occasione avviso chi mi sta
aspettando e anche quelli che non mi aspettano, che non posso essere lì,
malgrado abbia fatto il pieno alla mia moto nuova di zecca, che vorrebbe anche
lei fuggire da Roma e perdersi nelle curve della salaria per navigare verso la
nostra adorata Posta.
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