Esistono le amicizie nate sui banchi di scuola, quelle fiorite nei cortili delle case o, come diceva Eros Ramazzotti “sotto i portici del centro”, o al famoso “muretto” dove ci si incontrava la sera senza neppure darsi appuntamento.
Ci sono i “compagni di squadra”, amici che coltivano la nostra stessa passione per lo sport. C’erano un tempo gli “amici di penna”, ai quali alcuni di noi erano legati da un semplice rapporto epistolare. Quelle persone che, solitamente, conoscevamo d'estate.
E oggi, nel 2014 e da dieci anni a questa parte, ci sono gli “amici di Facebook”. Quelli che condividono le proprie azioni ed emozioni, le foto di viaggi, feste, uscite di gruppo o, semplicemente, raccontano la propria solitudine a chi, come loro, è a casa, connesso con il proprio pc o cellulare…e che, in alcuni momenti, sembra l’unica persona che possa capirli.
Ci sono quelli che offrono e chiedono aiuto per gestire la propria “fattoria virtuale”, quelli che si accaniscono nelle sfide di gioco, quelli che aprono le porte alle stanze del proprio cuore, svelandone gli interni attraverso frasi più o meno criptiche…quelli che confermano quotidianamente la propria fede calcistica, quelli che esprimono consensi o dissensi politici, ci sono quelli che aprono le pagine dei “diari di Facebook” altrui, chiudendo il proprio con un lucchetto virtuale che ne limita l’accesso, quelli che osservano, ma non parlano mai di sé e che si limitano a mettere dei semplicissimi, “mi piace”.
Quanto e come è cambiata la nostra vita ai tempi di Facebook? Tanto, tantissimo, anche troppo. Al punto che ci condiziona in maniera determinante nei rapporti umani (assurdo). Puoi fare qualsiasi cosa, ma se per caso pubblichi o ti pubblicano una foto "compromettente", oppure ti lasci andare ad un commento che non sia "condiviso", sei finito. Tutto quello che di buono hai fatto fino a quel momento diventa inutile, semplicemente...non conta più. E diventi “ambiguo”. La tua personalità viene distorta. Chi sei veramente?
Facebook come unica fonte delle verità. Lo specchio del tuo io. Il tuo essere virtuale, l’unica piazza dove tutto è possibile e dove si “gioca” la partita più importante.
Io, preferisco pensare, che sia tutto un grande gioco. Nel miglior senso del termine. Non prendetevi mai troppo sul serio. Siate ironici, sopratutto con voi stessi. E guardate sempre ai fatti. Alla fine, l'unica cosa che conta, veramente, sono i sentimenti. Quelli autentici.
Gian Marco
"tu eri con me in tutto quello che facevo..."
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