Dall'aereo sembra tutto così piccino e distante, un mondo in miniatura che se solo volessi potrei afferrare la terra e spostarla a mio piacimento.
Un senso di controllo che riesco ad avere solo quassù ma che perdo non appena ci avviciniamo a terra.
Gli aeroporti li ho sempre considerati "terra di nessuno", l'attracco in un limbo, dove si trafficano sogni e speranze, le mie le ho perse la prima volta che sono entrata qui.
Le porte a vetri si aprono, l’aria fredda dell’oceano sembra che mi dica “bentornata”, sento il sale e l’erba e, nonostante il freddo, tutto quello che vedo e sento mi scalda l’anima.
Un senso di controllo che riesco ad avere solo quassù ma che perdo non appena ci avviciniamo a terra.
Gli aeroporti li ho sempre considerati "terra di nessuno", l'attracco in un limbo, dove si trafficano sogni e speranze, le mie le ho perse la prima volta che sono entrata qui.
Le porte a vetri si aprono, l’aria fredda dell’oceano sembra che mi dica “bentornata”, sento il sale e l’erba e, nonostante il freddo, tutto quello che vedo e sento mi scalda l’anima.
“Tintagell, grazie” il taxi parte e inizia la passerella di paesaggi, verde, grigio, il blu dell’oceano, mi sembra di sentire le arpe gallesi dei Mummers plays, e qualcosa al livello dello stomaco mi agita, un’euforia infantile che riemerge dopo anni. Passano i villaggi, le piccole case di pietra, rocce centenarie e all'improvviso eccole lì, le scogliere bianche. Sembra che la terra, le pietre, i villaggi si stiano gettando in acqua. Le onde mangiano la roccia a poco a poco e ti senti trascinare anche tu in quella danza violenta.
Fissa con gli occhi su quello spettacolo non mi accorgo che sto sorridendo e che non lo facevo da tanto.
Che tutto quel peregrinare sia servito solo a farmi accorgere dell’amore per questa terra? Che tutti gli scorci, le genti, le mie esperienze siano servite per tornare al punto di partenza?Persa nei miei interrogativi il taxi si ferma. “40 sterline, grazie” pago e scendendo dall'auto la vedo, è più piccola di quanto mi ricordassi, sembra la casa di un folletto, i coppi ancora più rovinati sono quasi del tutto ricoperti di muschio verde e alla staccionata manca più di qualche paletto.
Un tuffo al cuore e finalmente capisco di essermi ritrovata. Casa. Fissa con gli occhi su quello spettacolo non mi accorgo che sto sorridendo e che non lo facevo da tanto.
Che tutto quel peregrinare sia servito solo a farmi accorgere dell’amore per questa terra? Che tutti gli scorci, le genti, le mie esperienze siano servite per tornare al punto di partenza?Persa nei miei interrogativi il taxi si ferma. “40 sterline, grazie” pago e scendendo dall'auto la vedo, è più piccola di quanto mi ricordassi, sembra la casa di un folletto, i coppi ancora più rovinati sono quasi del tutto ricoperti di muschio verde e alla staccionata manca più di qualche paletto.
Federica Di Giampaolo
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