Condividiamo
forse la stessa missione, abbiamo dato vita a due associazioni culturali che
entrambe hanno una chiave di lettura ...l'amore! "Postatiamo" e
"Piedimordenti nel cuore"... entrambe celano ...amore... amore per le
origini che ci accomunano, amore per dei posti meravigliosi e incontaminati,
amore verso una paesanità unica e autentica, un tatuaggio sulla pelle, sulla
nostra pelle.
Questo mio breve
scritto, è una promessa e un ringraziamento fatto a Gian Marco Danna che
inaspettatamente ha voluto rendermi partecipe delle vostre belle iniziative.
LO HA FATTO CON
ANIMO DI CONDIVISIONE E SOLIDARIETÀ, SENZA INUTILI CAMPANILISMI ANZI CERCANDO
CONSIGLI E COLLABORAZIONE.
E' questo il
giusto spirito, siamo tutti portavoce di un unico messaggio, di un' unica
missione e solo essendo coesi forse potremmo riportare a rivivere, i nostri
amati paeselli, che nel tempo hanno visto solo tante partenze, tanti addii e
tanto svuotamento!
L'idea di una
Libreria... appena Gian Marco mi ha parlato di questa missione da raggiungere,
il mio inconscio ha iniziato ad interrogarsi... a quale valore aggiunto potesse
condurre una libreria? A quanta condivisione in questa scelta potesse esserci?
verso quali critiche o assensi scontrarsi?... E non so' perchè, ma subito il
mio pensiero è volato verso il mio Nonno paterno, Antonio, scomparso qualche
anno fà.
Audace pastore,
ogni giorno con in spalla la sua tracolla e un bastone per mano andava per
campi e per monti con il suo gregge di pecore, spesso sotto l'ombra di qualche
secolare quercia, noce o mela, soleva schiacciare qualche pisolino ma il più
delle volte occupava quel tempo di pascolo con la lettura.
Amava la
cultura, non lo manifestava ... ma l'amava! In un tempo dove non esisteva
scuola dell'obbligo, non c'erano soldi, il suo sogno era studiare ... lui amava
leggere, amava la poesia, lui costruiva la sua cultura da sé, come un vero
autodidatta, conosceva il latino e pregava in latino ... indelebili nella mia
mente sono due libri di Trilussa ... ah! Quanto lo amava quel poeta"
Romanesco" ... oggi rappresentano per me il più bel regalo della sua
eredità, li conservo con cura sopra il mio comodino, per me sono qualcosa di
più di due semplici libri ... è la sua felicità, il suo star bene, il suo non
pensare a nulla che ha voluto cedere a me.
La cosa che più
mi colpiva di nonno era il suo essere pastore e umile contadino fuori ... ma
signore dentro. Camicia a quadri, maglia della salute e pantalone con diversi
strappi che oggi possono sembrare alla moda ... ma quelli lì erano segnati dal
tempo e dal logoramento del lavoro, li stringeva in vita il più delle volte
mettendo uno spago (quello usato per chiudere le "balle"di fieno) e
poi quei scarponi che mi chiedevo sempre quanti km avessero percorso per
logorarsi così! Insomma Nonno ...era il tipico pastore di prima...nato e
cresciuto nella sua Piedimordenti, nel suo piccolo paese dove nessuno badava
all'abito, all'apparire...per tutti la regola era la stessa e la regola di vita
era l'essenza, la sostanza ... la stretta di mano come firma di un contratto,
la promessa di dare ...e dava ... come clausola vessatoria!
La sua barba era
sempre impeccabile, la mattina era un rito che non poteva essere saltato e non
disdegnava neppure il dopo barba... certo che con l'ingresso nella stalla e un
giorno con le pecore, di quel soave profumo non c'era più traccia.
A coprir il suo
capo fisso c'era il cappello... attenzione, usava quello per il lavoro e quello
per la festa, e solo con l'ingresso in chiesa lo facea calare, stringendolo in
petto ... il rispetto un tempo era anche questo!
Mi stupiva
nonno, così poco attento al suo apparire, poi ... così rispettoso e curatore
con il mondo ... anche con i suoi libri. Portandoli con sé per campi, ovvio non
riservava loro il trattamento da scrivania o libreria, ma per quel che poteva
cercava di "custodirseli" ... ricordo le sue copri ... copertina,
fatte con le pagine di giornale, i quotidiani per intenderci, ma si faceva andar
bene anche qualche rivista raccolta di qua e di là.
Con attenta
maestria, rivestiva interamente i suoi libri, li proteggeva, come si fà con
qualcosa di importante, qualcosa che ci si tiene particolarmente, come fossero
un po’ i suoi gioielli ... Riconosco di essere stata molto prolissa, ma ho
scelto di attingere tra i miei ricordi , a testimoniare che in un territorio
ancora fortemente "agreste ", l'idea di cultura, di lettura, di
riflessione e di poesia c'è come c'è sempre stato ... si custodisce nell'inconscio
delle genti , illuminato un tempo dalle candele ... non si lascia vedere ma
c'è, buona scoperta a voi e in bocca al lupo per la vostra Libreria.
Con il cuore ...
Alessandra Di Placido.
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