ELEONORA NATALUCCI
Come nasce PostaTiAmo?
PostaTiAmo nasce durante una cena.
Il nome è stato un gesto spontaneo, senza pensare, è bastato ascoltare il mio cuore. Desidero raccontare storie, aneddoti ed episodi del nostro paese e dedicare questo blog a tutte le persone che mi hanno accompagnato in questi 40 anni di vita nella nostra amata Posta...a loro insaputa sono dei personaggi in un'avventura meravigliosa.
GianMarco Danna
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giovedì 7 giugno 2018
IL DOMINIO SULLA NOSTRA VITA QUOTIDIANA
Vorrei partire con una domanda provocatoria.
Quanti di noi sentono di avere strette nelle mani le
redini della propria
esistenza? Starete senzʼaltro
pensando:” beh tutto
sommato, costantemente,
appronto il necessario per
costruirmi un futuro e vivo al
passo con i tempi”
Bene, tutto giusto! Ma la seconda domanda allora è:
“qual è il fine?”
Voglio partire da un mito che
viene dellʼantico mondo
omerico, dellʼOdissea.
Premettendo tra parentesi il
fatto che i miti troppo
spesso finiscono declassati a semplici narrazioni per
ragazzi, o nella migliore
delle ipotesi, a letture per
sognatori, il mito è:
Ulisse e le sirene: il canto
delle sirene è così ammaliante, così
coinvolgente, rapisce e
trascina in unʼandata senza ritorno. Questo canto
proviene, secondo lʼepisodio
narrato da Omero da un
gruppo di scogli a Sud della penisola di Sorrento, al largo
delle Isole Sirenuse. È il
canto che, secondo
Cicerone, nellʼepopea omerica è una promessa di conoscenza: Odisseo non
fu attratto dalla soavità del
loro suono, ma dal desiderio
insaziabile di apprendere
(De finibus bonorum et
malorum V, 18).
Lʼuomo, che è lʼessere
desiderante per eccellenza,
vive di unʼesistenza volta alla costante ricerca di
piacere, talvolta estremo,
proprio come quello portato
dal canto delle sirene. Ma Ulisse è un uomo e come
tale è essenzialmente anche
ragione, è un “animale
razionale”. Progetta e
sʼingegna; vuole ascoltare il
canto delle sirene ad ogni
costo, vuole godere di quel
massimo piacere senza caderne vittima. Decide di
farsi legare allʼalbero della nave e ordina ai suoi marinai
che non venga slegato per
nessun motivo al mondo.
Neanche quando chiederà loro, supplichevole, di essere
liberato. Ulisse è astuto, sa che perché tutto vada come
deve andare solo lui potrà godere di questo privilegio e
gli altri uomini
dellʼequipaggio ne saranno
tagliati fuori. Verrà versata della cera nelle orecchie di
tutti i marinai e questi
dovranno solo remare. Così
questi, sordi e sottomessi
remano.
Qual è il significato profondo
di questo mito? Senzʼaltro la condizione attuale della nostra società. Gli individui
sono divisi in categorie
delineate dalla logica del
dominio. È il dominio
dellʼuomo su se stesso e
sugli altri uomini attraverso
la ragione che non è più
volta a raggiungere il fine
comune di un mondo in cui
tutti vincono, ma è una ragione che si è fatta strumentale. Lʼuomo attraverso la tecnica ha dominato la natura, ma è
finito per essere inghiottito
in una logica di dominio.
È evidente che i marinai
perdono la libertà e sono
schiavi. I loro desideri sono
repressi. Proprio come le
classi medio-basse del
mondo di oggi, vengono
ridotti a macchina: devono
solo remare. Ma allo stesso
modo Ulisse, che possiamo
far coincidere con lʼuomo
borghese, il ricco capitano
dʼindustria, è soggetto 7
repressione.
Il punto è che la logica del
dominio, che vede la sua massima espressione nel
consumismo sfrenato, si
proietta anche in forme di
sottomissioni subdole e
insidiose che
inconsapevolmente ci
rendono schiavi. Quando
viviamo la nostra vita di tutti
i giorni siamo perfettamente
inseriti in una logica di
dominio. Il potere, che non
corrisponde
necessariamente alla logica economica del “più ricco”, ci
orienta nelle scelte e nelle
decisioni della nostra esistenza. Allora vediamo
esempi di rapporti di potere a scuola, quando andiamo alle Poste a pagare le
bollette, quando viviamo
una relazione dʼamore o di amicizia. Pensiamoci un attimo: in classe
lʼinsegnante può non
necessariamente essere più
ricco dei suoi studenti,
eppure senzʼaltro sarà il
detentore del potere. Se ho
sete, dopo una camminata al sole, colui che possiede
una bottiglietta dʼacqua eserciterà su di noi il suo
potere. Se attendiamo con ansia un messaggio da qualcuno che amiamo
siamo sottomessi al suo
potere.
La lezione, che ci viene da queste pagine meravigliose
di Horkheìmer e Adorno, ne
La Dialettica dell’illuminismo,
del 1947, da dove ho tratto
la riflessione sul mito di
Ulisse e le sirene, vuole affinare la nostra coscienza critica e smascherare la mistificazione che acceca gli occhi di una umanità che
non sa dove andare e
perché agisce. Voglio
chiudere allora con una riflessione di un filosofo che
fornisce una sua risposta etica nel testo Il principio
responsabilità. Dice Hans
Jonas:”L'imperativo
dell'etica della responsabilità viene così
formulato: "Agisci in modo
tale che gli effetti della tua azione siano compatibili con
la continuazione di una vita autenticamente umana".
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