Come nasce PostaTiAmo?

PostaTiAmo nasce durante una cena.

Il nome è stato un gesto spontaneo, senza pensare, è bastato ascoltare il mio cuore. Desidero raccontare storie, aneddoti ed episodi del nostro paese e dedicare questo blog a tutte le persone che mi hanno accompagnato in questi 40 anni di vita nella nostra amata Posta...a loro insaputa sono dei personaggi in un'avventura meravigliosa.

GianMarco Danna

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venerdì 31 ottobre 2014

La Maratona di New York, così iniziò il secondo tempo della mia vita

Domenica si correrà la 44^ maratona di New York. Come da tradizione, ogni prima domenica di novembre, la grande mela, così viene chiamata dai suoi abitanti, apre le braccia a 50 mila appassionati runners che arrivano da ogni parte del mondo per correre nelle sue infinite strade, per attraversare i suoi lunghissimi ponti e per sfilare nei 5 leggendari quartieri, Manhattan, Bronx, Queens, Brooklyn e Staten Island, per quello che rappresenta il più grande evento sportivo dell'anno.

Era il 1998, anno di grandi e inaspettati cambiamenti, che decisi di avventurarmi in quella che, senza volerlo, è stata un esperienza che mi ha letteralmente sconvolto, in positivo, la vita, la mia prima maratona di New York.

Quei giorni ho capito che nulla sarebbe stato più come prima, infatti, la corsa, diventerà l'elemento che cadenzerà la quotidianità di tutte le mie giornate. 

Sono tornato a New York per la maratona altre 3 volte, ho corso 2 volte a Roma e Firenze, a Torino, Milano e Latina, tutte grandi emozioni ma la Grande Mela ha qualcosa in più. 

Oltre alla partecipazione e alla spinta che ti danno i suoi abitanti che si riversano nelle strade, la città di Liza Minelli e Robert de Niro, ti riempie di calore e di affetto facendoti sentire un eroe. 

Difficile da spiegare e da far capire a chi l'ha solo guardata in tv, con immagini
troppo impegnate a documentare la gara dei più celebri "top-runner" e non di quelli che sono lì per tracciare un segno nella loro vita, al di là del tempo che impiegheranno. 

È una festa di popolo che si snoda tra le strade che vanno da Fort Wadsworth al Tavern on the Green a Central Park.  È il mondo che si riunisce per una giornata, 50.000 persone che condividono lo stesso obiettivo e la stessa meta. 

Ci sono ben 2 milioni di uomini e di donne insieme a un esercito di volontari che accompagnano, sostengono, incitano per tutto il percorso dal primo all’ultimo concorrente. 

È la pietra di paragone per tutte le altre esperienze che farai. È una maratona tecnicamente durissima, piena di ponti, di dislivelli e di saliscendi.

Pensate che si aspettano più di tre ore prima della partenza. Un’ attesa che è fisicamente massacrante, per via del freddo e della stanchezza ma che magicamente diventa un esperienza umana incredibile per la solidarietà e lo spirito di fratellanza che ti unisce a tutte quelle persone che si trovano lì in quel momento. 

Ti trovi a un passo dal Verrazzano Bridge, continui a fissarlo con un pizzico di paura e rispetto perché sai che quello sarà il primo step che ti farà entrare ufficialmente a New York. 

Vi ricordate Tony Manero, in arte Jhon Travolta, nel leggendario "la febbre del sabato sera", quando, dopo le ore passate in discoteca andava sul ponte con i suoi amici a fare le acrobazie? Non si tratta, come pensano tutti, del Brooklyn bridge bensì del ponte di Verrazzano. 

Ed ecco Brooklyn con le sue strade strette e il pubblico che è proprio lì, immenso, a sfiorarti, a chiederti il “cinque”. Poi c'è  il Queensboro Bridge, infinito, silenzioso, senza pubblico. Il momento in cui ti rendi conto precisamente dell’entità della fatica che stai facendo e sei solo con i tuoi pensieri. 

Quel momento in cui, se hai la forza di alzare lo sguardo, vedi Manhattan, la sua skyline e pensi: “è proprio come nei film…”. Poi ti immetti sulla First Avenue a Manhattan che si apre in due ali di folla che urlano, incitano, ti offrono cioccolatini…e finalmente arrivi a Central Park. 

Con i suoi colori autunnali, 6 km di pura adrenalina, una folla da stadio intorno che ti spinge fino all'arrivo per prendere quella medaglia, il giusto premio per tutti i sacrifici, le rinunce e gli sforzi di un anno di duro lavoro.

La Maratona di New York è tutto questo. Come nella vita si deve sempre guardare avanti. Può capitarti di fermarti e di cadere,  ma, ti rialzi e riparti più forte di prima. 
Occhi alla meta... l’emozione del traguardo che ti fa battere il cuore e vibrare i muscoli sino alla fine.

GianMarco




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