Come nasce PostaTiAmo?

PostaTiAmo nasce durante una cena.

Il nome è stato un gesto spontaneo, senza pensare, è bastato ascoltare il mio cuore. Desidero raccontare storie, aneddoti ed episodi del nostro paese e dedicare questo blog a tutte le persone che mi hanno accompagnato in questi 40 anni di vita nella nostra amata Posta...a loro insaputa sono dei personaggi in un'avventura meravigliosa.

GianMarco Danna

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lunedì 13 ottobre 2014

Praga, Nonna Maria e un viaggio che non avrei mai voluto fare

Torno a scrivere al blog, è da un po' che non lo faccio. Il ritorno dal lavoro è coinciso con diversi cambiamenti che, in un certo senso, mi hanno “distratto”, poi, da sempre Settembre rappresenta l'inizio dell'anno e quindi, complice pure la calura estiva, le energie andavano centellinate.

Oggi è domenica, non so bene che numero sia, forse 12 o 13, sono a Roma, reduce dai festeggiamenti per il mio 43° compleanno ma dal caldo sembra di stare a Casablanca. Quest'anno l'estate ha deciso di posticipare, visto che siamo ad ottobre inoltrato e le temperature sono ancora molto alte.

Praga

Questa è la storia di una bellissima fotografia. Un regalo che mi hanno fatto 3 amici mentre passeggiavano lontani "solamente" a 1311 km da Roma. E' la storia di Ivan, Alessandro e Lello che nelle  loro valigie per andare a Praga, hanno pensato bene di portare, le ormai leggendarie t-shirt, PostaTiAmo.

Me li immagino passeggiare, ciondolanti e divertiti, fermarsi, scattare la foto e pubblicarla su Facebook, poi, come se niente fosse continuare lo struscio.

E' stata una bellissima emozione vedere quella foto. Spero vi siano state utili. 
Magari hanno attirato l'attenzione di qualche bella ragazza che, incuriosita, si è avvicinata per avere informazioni su cosa volesse dire quella scritta...: "what does it mean PostaTiAmo?". (Cosa vuol dire PostaTiAmo?)

Nonna Maria

La settimana scorsa è stata la festa dei Nonni. Io, i miei, ho avuto la fortuna di conoscerli tutti e 4. Goffredo e Lida, Giorgio e Maria. I primi due erano di Trastevere mentre Giorgio, era orfano. Era stato adottato da una famiglia di Monte San Giovanni Campano, un paese in provincia di Frosinone.

Maria, invece, era nata a Posta. Per questo ho sangue Postarolo. E ne sono orgoglioso. Trasferita a Roma con tutta la famiglia, per via della morte del padre, reduce dalla prima guerra mondiale, aveva preso la malaria. Nonna lavorava al San Camillo, esattamente al reparto Maternità, dove ha conosciuto l’altra mia nonna, Lida, anche Lei infermiera.

La vita è un susseguirsi di eventi positivi e negativi, circostanze che ci fanno sembrare come degli attori dentro a un film, è incredibile.

Mentre Facebook mi ricordava la festa dei nonni, ho pensato che non avevo ancora scritto un articolo sulla mia di nonna, quella speciale.

Senza nulla togliere agli altri, Lei, nonna Mariotta, aveva una marcia in più. Una Top-Player sotto tutti i punti di vista. Riusciva a badare a 6 nipoti sola contro il mondo e cosa ancora più importante, teneva unita la famiglia.

Bastava una bella tavolata insieme a nonni, genitori e nipoti. Solo ora, che non ho più la possibilità di vivere certi momenti, mi rendo conto dell’importanza.

"Ciao nonna...si, scusami, non vengo mai a trovarti, me lo ripetevi pure quando passavamo quelle lunghe estati insieme, è vero, non ho scuse, ma non passa un giorno che non ti pensi. Ti mando un bacio enorme e un abbraccio infinito. Ti voglio bene.”

Un viaggio che non avrei mai voluto fare

Luigi detto Gigi è un mio amico. Ci siamo frequentati per un paio di anni ma di emozioni me ne ha regalate tantissime. Anni ’80. Terminate le scuole medie approdo al tecnico industriale, Galileo Ferraris. Uno degli Istituti storici di Monteverde, situato in quel di Viale di Villa Pamphili.

Eravamo io, lui e una mitica Vespetta super modificata e Roma, come palcoscenico per le nostre scorribande. Era l’amico ideale per passare quella meravigliosa fase che è l’adolescenza. Le prime ragazze, le ore passate in giro fino all’alba, non ci annoiavamo mai.

Finisce il biennio scolastico e di lui perdo le tracce. La vita è talmente veloce che sembra di stare in un frullatore. Un paio di anni fa gli mando un e-mail, lo ringrazio per quel meraviglioso periodo, lui mi risponde entusiasta e mi prega di chiamarlo al cellulare, per vederci e fare una rimpatriata. Quella telefonata purtroppo non l’ho mai fatta. Prima dell’estate, Gigi, colpa una malformazione al cuore, lascia questa vita.

Ancora non mi do una spiegazione per non aver mai fatto quella telefonata. Non è da me. Riesco solo a sapere che è stato portato a Cassino. La settimana scorsa vado a trovarlo, non è stato facile rintracciarlo, perché Cassino ne ha ben 5 di cimiteri. Mi ha messo alla prova.
“Potevi chiamarmi, era più semplice, vediamo se anche questa volta mi dai buca.”

E lo so, caro Gigi, che ti sei divertito, mentre “indagavo”, telefonicamente, in tutti gli uffici comunali della piccola cittadina del sud pontino per avere tue notizie.

Fino ad arrivare a scomodare perfino il Sindaco. Ma te lo dovevo. Parto insieme a 2 care compagne di scuole, Benedetta e Paola. E’ stato un viaggio breve ma ricco di emozioni.

Sembrava di stare in un film di Ozpetek, arrivati sul posto siamo andati incontro a tutta una serie di episodi surreali ma alla fine c’è l’abbiamo fatta, c’è l’ho fatta. In linea con tutto quello che lui rappresenta ancora per me.

Mi sono ripromesso di tornarci anche se, mai e poi mai, avrei pensato di fare un viaggio simile. Ciao Gigi, nel frattempo prepara la Vespetta e mi raccomando, ricordati di portare le solite 5 mila lire per la benzina.


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