Come nasce PostaTiAmo?

PostaTiAmo nasce durante una cena.

Il nome è stato un gesto spontaneo, senza pensare, è bastato ascoltare il mio cuore. Desidero raccontare storie, aneddoti ed episodi del nostro paese e dedicare questo blog a tutte le persone che mi hanno accompagnato in questi 40 anni di vita nella nostra amata Posta...a loro insaputa sono dei personaggi in un'avventura meravigliosa.

GianMarco Danna

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sabato 7 febbraio 2015

Di tutto un po’…PostaTiAmo dall’Italia all’America passando per il Brasile

“Eccolo ha ricominciato con i titoli criptici che capisce solo lui”. Mi spiego. Oggi parleremo (anche) di statistiche. Numeri. Sono importanti. 

Ieri sera davo uno sguardo all’interno del sito, avete presente Google? Il motore di ricerca offre anche tanti servizi. 

Per esempio è la piattaforma digitale che ospita il blog e all'interno c'è una sezione che si occupa di statistiche da cui si può vedere da quali paesi e quindi quanti utenti leggono gli articoli, c’è allegata perfino una cartina in stile mappamondo (!!!).


Pensate il mio stupore nel leggere i dati, in basso all’articolo troverete la foto con la scheda, ve lo assicuro è tutto vero. Abbiamo amici/lettori negli Stati Uniti, in Russia, in Francia e perfino in Brasile. Va bene che PostaTiAmo (Associazione culturale) nasce proprio con l’intenzione di far conoscere il paese ma non immaginavo di essere già a questo punto.

Ma ve lo immaginate il Russo mentre sorseggia la sua vodka e intanto si legge le nostre storie che parlano delle vicende Postarole? O addirittura l’Inglese, da qualche bell’attico di Londra mentre guarda i filmati della festa di Sant’Antonio? Magari gli viene voglia di fare un salto? 

Si rivolgerà alla moglie, intenta a leggere qualche bella rivista di gossip che parla della centenaria Regina e le dice:” Sai che c’è? quest’anno tutti in vacanza a Posta.” Con tanto di suocera e cane al seguito.” Caro Edward (un nome a caso) ti aspettiamo. 

Oppure il Brasiliano che si legge qualche articolo che parla di corsa o di qualche bel film che ho visto durante la settimana. La Cartina poi mi lascia senza parole, sembra una partita di Risiko mancano solo i mini carri armati.

A proposito di cinema, andate a vedere “In nome del figlio”. Veramente carino. Parla di famiglia e di amici e di quanto sia importante fare un “tagliando” nei rapporti umani, un po’ come si fa con le auto. Cosa vuol dire? Nulla di particolare …praticamente una terapeutica litigata ogni tanto, per dirsi le cose in faccia, fa bene al morale ma soprattutto a “sbianchettare” le relazioni, qualunque esse siano. E poi si riparte meglio di prima. Speriamo.

Volevo darvi una grande notizia. Questa settimana, insieme a Roberta e Maria, andrò dal Commercialista per consegnare i famigerati documenti che permetteranno a PostaTiAmo Associazione culturale di vedere la tanto sospirata luce. 

Alias, entriamo a far parte anche noi della vita politica del Paese. Nel miglior senso del termine. Sono felice. Oggi mentre correvo pensavo a mia nonna. Amava tantissimo Posta. Costretta a lasciare il paese perché il papà, tornato dalla prima guerra mondiale con la malaria che in quegli anni era incurabile, l’aveva lasciata che era appena nata. La mamma da sola non c’è la faceva e ha preferito stabilirsi a Roma per trovare lavoro.

Che bello se fosse ancora viva. Mi immagino la scena: “Cara nonna ho fatto un associazione culturale dal nome “PostaTiAmo”, sei contenta?” - “E che è? e mo che te sei messo in testa? Mica vorrai diventà Presidente della Repubblica?” Nonna era così, aveva sempre la battuta pronta. Comunque sono strasicuro che è contenta.

Pensate che sono sei mesi che sto cercando di spiegare cos’è un associazione culturale a mio padre ma dopo tre secondi mi osserva come se fossi un alieno. 

Alla fine mi dice sempre con il suo dialetto in perfetto stile inglish/trasteverino…”ma va a  lavorà e pensa a tu fija piuttosto che non c’è la porti mai. Mo pure sta cosa cosa voi fa? (“sta cosa” la chiama…fantastico)…ma non te basta mai? e la Roma, la corsa, er trekking, i film, i libri …se vede che c’ha ragione tu sorella… leggi troppo”. - Italo è fatto così. 

E’ un grande mental-coach. Quando giocavo a Calcio era il mio “ultras-personale”, il problema era che stava in perenne contestazione. Mi criticava perfino dagli spalti. Incredibile, solitamente i padri pensano tutti che il figlio sia il nuovo Falcao o l’erede di Di Bartolomei. (Erano gli anno 80). Purtroppo a me da questo punto di vista mi ha detto un po’ sfiga. 

L’unica volta che mi ha fatto un complimento è nevicato, ricordate? Era il 1982, giocavo ai campi della famosa SMIT Trastevere. Il sindaco Ugo Vetere lo chiamò a casa pregandolo di non farlo più. La Capitale era bloccata e la giunta comunale si era preoccupa che Papà fosse cambiato. Da polo negativo fosse diventato positivo. 

“State sereni” - gli dissi io - “è impossibile.” Sono sicuro che se fosse stato il padre di Roger Feder a quest’ora più che numero 1 del tennis mondiale sarebbe diventato campione di tamburello ai famigerati cancelli di Ostia. La spiaggia dei romani cresciuti per strada. Quelli come me. Noi, generazione anni ’70, l’ultima che aveva il dono di trasformare una via qualunque della periferia romana nella stadio Olimpico o nel Meazza di Milano.

Oddio avevo 14 anni. Ora ne ho 43. Ma è mai possibile? Come può un uomo invecchiare così precocemente? Cos’è un virus? altro che Ebola! Una volta al mese, secondo me, uno dovrebbe tornare adolescente. Così tanto per avere una pausa.

Io per esempio, dovrei andare in garage, prendere la vespetta, specchiarmi, mettermi il famigerato gel della loreal sui miei capelli biondi dorati alla Robert Redford (segno della croce e amen alla memoria) e schizzare lungo la Portuense alla ricerca dei bei tempi andati. 

E invece sono costretto a rimanere su questa giostra a vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo. Perché poi sò benissimo che non ritorna. Qualcuno dice che questo è il segreto della vita. Sarà ma io incomincio a vivere il famoso “the end” con una certa ansia. 

Ogni tanto penso a chi e a che cosa troverò lassù. Intanto il look l’ho già deciso. Sto un pezzo avanti. Mi metto un bel paio di Jeans e le mie Asics ai piedi e naturalmente con indosso la mia amata t-shirt. Si proprio Lei. Quella con la scritta. 

Chi mi vede arrivare deve leggerlo bene e mi chiederà…”scusi lei dove va?” “ e che ne so mi avete chiamato voi, io stavo tanto bene giù” “si ma che c’è scritto sulla maglietta…?” Io, lunatico come al mio solito…”che non sai leggere? c’è scritto Posta..Ti Amo”.  “Io in Paradiso già ci sono stato.” Olè. (faccina che ride).

Questa volta Standing Ovation per il finale. 

GianMarco

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